IL GIARDINO DEI SAPERI

(Pubblicato su Radici Cristiane – Novembre 2008)

Fu la civiltà cristiana a fare da matrice alla sistemazione dei saperi

e ad avviare la formazione delle prime enciclopedie

Non furono gli illuministi francesi a inventare le enciclopedie. Nel Medio Evo ne esistevano già decine. Innanzitutto ne erano ancora conservate alcune provenienti dalle età precedenti, perché anche gli antichi avevano già imparato a raccogliere tutti i saperi dell’epoca in cui vivevano.

Marco Terenzio Varrone, erudito latino vissuto fra il 116 e il 27 avanti Cristo, aveva scritto 74 opere (comprendenti 620 libri) che spaziavano in tutti i campi del sapere.

Nel 79 dopo Cristo, Plinio il Vecchio aveva raccolto in 37 volumi tutte le nozioni del tempo riguardanti la geografia, la botanica, la zoologia, l’antropologia, la mineralogia, la metallurgia, la farmacologia e la medicina. L’opera, denominata Storia Naturale (Naturalis Historia), era perfino corredata dalla bibliografia e da un indice degli argomenti.

Marziano Cappella, scrittore cartaginese del V secolo, aveva invece composto un’enciclopedia di 9 libri, Le nozze tra Mercurio e la Filologia (De nuptiis Mercurii et Philologiae), che raccoglieva una sintesi del sapere antico.

La Chiesa Medievale: fucina delle enciclopedie

Durante il Medio Evo cristiano tutte queste opere vennero conservate e ricopiate a mano, ma il sapere venne organizzato in modo più sistematico grazie allo scambio di conoscenze che avveniva tra le diverse realtà all’interno della Chiesa. Nascono così le summae, raccolte concepite come un insieme di saperi, tipiche della visione unitaria del mondo che il medio evo esprimeva. Le diverse discipline vennero raggruppate nelle cosiddette sette arti liberali, costituite dal Trivio, dedicato al sapere delle parole, e dal Quadrivio dedicato al sapere delle cose. Il Trivio comprendeva: la Grammatica (inclusa la letteratura), la Dialettica, e la Retorica (incluso il diritto); il Quadrivio comprendeva: l’Aritmetica, la Geometria (inclusa la geografia e la storia naturale), l’Astronomia, e la Musica.

Una delle prime enciclopedie medievali, fu quella di Cassiodoro, brillante uomo politico sotto il re Teodorico e i suoi successori, che, caduto il regno dei Goti, andò incontro ad una profonda conversione, fino a divenire il fondatore del monastero di Vivario presso Squillace in Calabria, ove trasferì la sua nutritissima biblioteca con l’intento di avviare la prima università; fu lì che istituì quello scriptorium per la riproduzione di manoscritti che divenne modello per il monachesimo medievale, e fu lì che nell’anno 560 Cassiodoro realizzò l’importante opera enciclopedica delle Institutiones.

Un’altra enciclopedia che ebbe grande importanza nell’era cristiana furono le Etimologie di Isidoro di Siviglia, vescovo spagnolo, che attorno al 623 raccolse in venti libri discipline scientifiche e giuridiche, politiche e religiose, linguistiche e matematiche, abbracciando anche conoscenze di architettura, agricoltura, nautica e attività sportive. La sua fu molto divulgata ed ebbe grande influsso per tutto il medio evo.

L’abbadessa Herrad di Landsberg compose con l’aiuto delle sue monache, tra il 1167 e il 1185, il Giardino delle Delizie (Hortus Deliciarum), un’enciclopedia ricca di illustrazioni, che comprendeva trattati di Teologia (circa milleduecento scritti), di Astronomia, di Cronologia, di Storia, di Arti, di Agricoltura, di Orticoltura. Nel Medio Evo i giardini erano spesso vessillo di re e principi, e pertanto assai curati nella loro bellezza e ricchezza come espressione di una certa scala sociale. L’abbadessa di Landsberg contrappose a questi giardini profani racchiusi fra le mura dei castelli, senz’altra utilità che la delizia dei sensi, il giardino dei saperi che soddisfa i desideri dell’anima. Ne deriva una sintesi tra bellezza esteriore e bellezza interiore che si manifesta nella serie di bellissime miniature dai colori smaglianti o lumeggiate d’oro che accompagnano l’opera coi loro preziosi contenuti figurativi.

Il mondo bizantino vide invece la sua prima enciclopedia grazie al patriarca di Contantinopoli Fozio I, che scrisse nel IX secolo la sua ponderosa Bibliotheca.

Le proprietà delle cose, del 1240, fu invece opera di Bartolomeo di Glanvilla: l’enciclopedia più letta e citata nel periodo tardo medievale.

Sant’Alberto Magno, vescovo domenicano, grande filosofo tedesco e dottore della Chiesa, stupì invece i contemporanei con la sua Opera Omnia, completata nel 1248, che certamente precorreva i tempi, non solo nei contenuti, ma anche nel metodo, modernamente storico-critico. Compendiò saperi di Logica e Scienze Fisiche, Biologia vegetale ed animale, Psicologia e Filosofia, Morale e Politica, Teologia ed Esegesi. Due secoli prima di Colombo elaborò una dimostrazione della sfericità della Terra, e quattro secoli prima di Galileo pose le basi della scienza moderna.

Ottanta libri, tre milioni di parole, furono invece la fatica di Vincenzo di Beauvais, frate domenicano, che nel 1260 compendiò lo scibile dell’epoca in 80 libri che riprendevano le opere di 450 autori greci, latini ed ebrei; si trattava dello Speculum Majus, diviso in tre parti, o “specchi”, che abbracciavano tutte le branche del sapere.

Verso l’Illuminismo

Nel XVII secolo sorse sempre più l’esigenza di ordinare in modo alfabetico le diverse voci del sapere. Il primo dizionario enciclopedico a soddisfare quest’aspettativa fu ad opera di un sacerdote di Lione che aveva studiato dai Gesuiti: Luigi Moreri. Nel 1674 pubblicò il suo Grande Dizionario Storico, la cui struttura, di semplice consultazione, venne imitata anche dai posteri.

La prima vera enciclopedia moderna va però attribuita a Vincenzo Maria Coronelli, un francescano dei Frati Minori, che nel 1705 aveva fondato la prima società geografica al mondo, l’Accademia Cosmografica degli Argonauti, rivestendo l’incarico ufficiale di cosmografo per la Repubblica di Venezia. Questo frate, fra il 1701 e il 1709, e quindi diversi decenni prima delle opere enciclopediche di Diderot e di d’Alambert, realizzò la prima enciclopedia alfabeticamente organizzata: la Biblioteca Universale Sacro-Profana. Il suo prestigio era tale che già un ventennio prima, tra il 1681 e il 1683, Luigi XIV gli ordinò, tramite il suo ambasciatore a Roma, la realizzazione di due globi, quello terrestre e quello celeste, del diametro di quasi quattro metri e del peso di due tonnellate ciascuno. Il frate, che già nel 1678 ne aveva realizzati due per il duca di Parma, di dimensioni minori ma di pregevole fattura, si mise al lavoro, e in breve consegnò al re di Francia sia quello terrestre, con la rappresentazione del mondo allora conosciuto, sia quello celeste, con la rappresentazione del cielo alla nascita di Luigi XIV. Molti dei suoi globi sono tuttora conservati nei musei d’Europa.