La Teologia Morale

“Dio creò l’uomo e lo lasciò in mano del suo arbitrio” (Sir 15,14). A differenza delle cose e degli animali, l’essere umano è caratterizzato dalla libertà. E proprio dal momento in cui si percepisce libero, avverte tutta la drammaticità della sua situazione: si accorge che le sue scelte lo possono condurre alla felicità o all’abisso. “Ecco, io vi metto innanzi il cammino della vita e quello della morte” (Ger 21, 8). Prima dell’azione gli si presenta ogni volta l’interrogativo etico: è bene questo? mi farà male quest’altro? Interrogativi che le cose e gli animali non si pongono. La materia, dagli atomi ai sassi, non ha infatti coscienza di sé, e le uniche leggi cui deve ubbidire sono le leggi chimiche o le leggi fisiche. Non c’è possibilità di scegliere qualcosa di diverso, non c’è interrogativo etico. Lo stesso accade per tutti gli esseri viventi che osserviamo, vegetali o animali che siano: il chicco di grano non può scegliere se diventare spiga o meno, così come l’ape non può evitare di passare la sua vita ronzando continuamente dall’alveare ai fiori: il loro comportamento è già determinato da precise leggi biologiche e genetiche. Animali e vegetali vivono all’interno di un determinismo che esclude ogni possibilità di libertà; l’assenza di un io preclude ogni scelta direzionale della coscienza, e dunque ogni etica. Con l’avvento dell’essere umano nella storia dell’universo, assistiamo invece alla comparsa di un fattore nuovo che è la libertà. Certo non si tratta di una libertà assoluta: anche l’essere umano è composto da atomi ed anch’esso è immerso nella biologia, perciò subisce senza dubbio dei condizionamenti naturali da cui non può prescindere neanche con la forza di volontà. Non può per esempio essere libero di volare o di non respirare. Inoltre deve fare i conti anche con diversi condizionamenti culturali. Ma tutti questi condizionamenti non sono tali da inibire la sua libertà etica dinanzi alle singole decisioni, anzi a volte la sottolineano maggiormente. L’uomo viene pertanto definito un essere etico, e fa parte integrante della sua natura interrogarsi su come adoperare la propria libertà. E nessuna persona può sottrarsi a questa libertà, a questa capacità di orientare le singole scelte con la propria volontà. Nessuno può fare a meno di chiedersi, consciamente o inconsciamente: come usare la mia libertà? quali sono le cose che (mi) fanno del bene o del male? E’ impossibile per gli uomini eludere una presa di posizione etica; qualcuno, prima di determinare le sue azioni, potrà servirsi di una riflessione etica più approfondita, qualcun altro potrà adagiarsi su una riflessione più superficiale, ma nessuno può sottrarsi alla propria libertà e dunque alle conseguenze che ne derivano, alla responsabilità morale delle proprie azioni. Perfino chi decidesse di vivere senza una morale ha già fatto una scelta ben precisa. Ma la mancanza di un’attenzione etica verso le cose o le persone ha nei secoli provocato gravissimi danni in diversi settori umani, dall’industria all’economia, dalla politica all’ecologia. Oggigiorno moltissime professioni hanno recepito l’importanza di riappropriarsi di una deontologia professionale. Ma chi o che cosa può aiutare l’essere umano nell’importantissimo compito di discernere le scelte da compiere nella propria vita come nel proprio lavoro? Il problema morale può essere affrontato solo attraverso due aiuti: la ragione e la Rivelazione. Nel primo caso si segue la strada della Filosofia morale, nel secondo caso quella della Teologia morale. La prima strada ha il vantaggio di cercare soluzioni universalmente condivise, indipendentemente dalla propria fede, ma lo svantaggio di doversi fermare molto presto, perché le risposte universalmente condivise sono assai poche. La seconda strada ha il limite di essere percorribile solo da chi accetta l’autorità della parola di Dio, ma proprio per questo può far conto sulla verità di Dio stesso, che certamente è il miglior conoscitore dell’uomo, avendolo fatto Lui. In realtà le due strade possono benissimo intrecciarsi, perché fede e ragione devono lavorare assieme, e solo operando assieme il theos ed il logos possono fornire le luci necessarie al nostro intelletto. La teologia, nella sua branca definita come teologia morale, ha appunto il compito di utilizzare fede e ragione per risolvere il problema morale. La teologia morale è da tempo una scienza precisa, con finalità, metodi e obbiettivi. Oggetto del suo studio sono: la ragione, la libertà, la coscienza, le leggi (interne ed esterne), la ricerca di una norma di comportamento.