“…E il suo Regno non avrà fine…”

Il nostro Credo annunzia la venuta di un Regno divino che non finirà mai. Su cosa si fonda questa grandiosa speranza escatologica? Si fonda su numerosissimi passi della sacra Scrittura. Fin dall’Antico Testamento è annunciato un Regno di Dio che durerà per sempre, soprattutto negli scritti dei profeti: “Egli è il Dio vivente, che dura in eterno; il suo regno è tale che non sarà mai distrutto, e il suo dominio non conosce fine” (Dn 6,27). E’ significativo però che questo Regno venga già collegato alla venuta del Messia: “Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto.” (Dn 7,13-14). In questa profezia viene messa in luce la particolare relazione fra il Padre e il Figlio, che sarà rivelata pienamente al mondo solo con la venuta di Gesù. E’ Gesù che dà inizio al Regno di Dio sulla terra, e con la sua missione salvifica lo consegna vittorioso al Padre. Potrebbe sorgere la domanda: ma Dio non era già prima Re dell’universo? Sì, come creatore e Signore di tutte le cose, Dio godeva già della signoria su tutto il creato. Tuttavia, a causa del peccato entrato nel mondo, i cuori degli uomini si erano oscurati, e poiché la signoria di Dio governa il mondo attraverso i cuori degli uomini, la perdita di regalità dei cuori comporta un oscuramento della regalità divina. Se però l’uomo torna in Dio, Egli può regnare attraverso il suo essere e le sue azioni. Dio, infatti, ha creato il mondo per noi, e desidera governarlo con noi condividendo la sua natura divina. Cristo, operando con lo Spirito la conversione dei cuori, allinea di nuovo il creato al suo creatore. Per prima cosa è avvenuto in Lui questo allineamento, grazie alla realizzazione della sottomissione della sua natura umana al Padre, alla sua obbedienza perfetta, alla sua passione e morte in croce, alla sua Risurrezione. Già in Cristo si realizza per la prima volta il Regno: il Padre regna in lui ed attraverso di lui estende la sua grazia sul mondo e compie miracoli sulla natura. E’ Gesù stesso che ce lo annuncia: “Il Regno di Dio è già in mezzo a voi” (Lc 17,21). Vi sono dunque tre grandi fasi di realizzazione del Regno: la prima fase è quella presente nell’Antica Alleanza, in cui Dio regna attraverso un popolo, quello d’Israele: “Voi sarete per me un regno di sacerdoti ed una nazione santa” (Es 19,6). La seconda fase è quella realizzata nella nuova Alleanza, in cui Dio regna attraverso il Figlio, il Kyrios, il Signore, ed attraverso i cuori uniti a lui, e cioè attraverso la Chiesa: “Ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre” (Ap 1,6). I cristiani possono già essere cittadini del Regno se fin da quaggiù aderiscono alla Grazia, e contribuiscono anche a costruirlo operando per la giustizia, la carità, la promozione umana e la pace.

Infine vi è una terza fase di realizzazione del Regno, che prende nome di Gerusalemme celeste, il paradiso eterno promesso a tutti i santi che saranno rimasti fedeli fino alla fine: “E io preparo per voi un regno, come il Padre l’ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno, e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele (Lc 22,29-30). Si tratta del Regno dei cieli, ma il creato non ne è escluso, perché alla fine dei tempi vi sarà la redenzione universale di tutte le cose, e con la cancellazione definitiva del male sarà ristabilito il dominio dello Spirito su tutte le cause; si attuerà il ricongiungimento perfetto tra il mondo terreno e mondo celeste, tra la materia e lo spirito, tra il fisico ed il metafisico, tra il naturale ed il soprannaturale. Ciò che prima era diviso verrà ricongiunto: sono queste le “nozze dell’Agnello” di cui parla il libro dell’Apocalisse (Ap 19,7). E questo matrimonio è realizzato dall’Amore di Dio: è l’amore che ricongiunge. La sostanza stessa del Regno è l’amore di Dio; la signoria che Cristo esercita è una signoria della grazia, che si manifesta attraverso la luminosità dell’amore. Per questo possono parteciparvi solo i cuori che si sono aperti alla grazia e se ne sono lasciati trasformare. Amare e regnare diventano in Dio un solo verbo.