“…nel seno della Vergine Maria…”

Il Verbo di Dio, per opera dello Spirito Santo, si è incarnato nel seno della Vergine Maria. Il disegno di salvezza attuato dal Padre nella Nuova Alleanza non vede all’opera solo la persona del Figlio, ma anche quella dello Spirito Santo. La nostra redenzione è realizzata dalla mirabile collaborazione delle tre Persone divine. Lo Spirito Santo è presente in tutti i misteri della vita di Cristo, opera in lui e attraverso di lui in ogni momento della sua missione. Dopo averla preparata ispirando tutti i profeti fino al Battista, prepara anche l’incarnazione di Gesù, santificando il nido del suo concepimento. Forgia dunque Maria rendendola “tempio dello Spirito Santo”, in vista del fatto che questa fanciulla di Nazaret, per disegno del Padre, sarebbe divenuta tabernacolo del Dio incarnato. E questa preparazione della culla del Verbo è talmente accurata da vedere lo Spirito Santo all’opera già al momento in cui Maria è concepita nel grembo di sua madre. Viene infatti preservata e custodita dalla Grazia fino dall’inizio del suo primo esistere. “La beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale”: è quanto scrive Pio IX nella sua bolla Ineffabilis Deus (DS 2803), con la quale proclama il dogma dell’Immacolata Concezione. E’ per questo dono particolare dello Spirito che l’arcangelo Gabriele, al momento dell’Annunciazione, saluta Maria come “la piena di Grazia” (Lc 1,28). E il “sì” della Vergine è anch’esso posato sulle sue labbra dal divino Paraclito: frutto di una libertà come mai vi era stata perché già pienamente redenta. Il Signore è con Te perchè ora sia anche in Te. Tu sei la benedetta fra tutte le donne. “Eccomi, io sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Totale fiducia. Totale abbandono. Totale donazione di sé. Annunciazione, incarnazione. E’ benedetto il frutto del seno tuo Gesù. E’ significativo che il Simbolo del nostro Credo, proprio nell’istante in cui affonda nel centro del Mistero, definendo l’Incarnazione, definisca anche Maria. E questo piccolo credo mariano, scintilla di luce visibile all’interno di un mistero invisibile, è presente sia nel testo antichissimo di Nicea-Costantinopoli (“per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria”), sia in quello ancora più antico degli Apostoli (“il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine”). Il Simbolo, congiungendo Maria alla verità dell’incarnazione, diventa qui fonte del nostro credo mariano. Ci fa capire che l’Eterno Padre, magnifico nella sua Misericordia, donandoci il Figlio ci dona anche la Madre. Maria, la “Tutta Santa” (Panaghia, come dicevano i Padri Orientali), la Madre di Dio (Theotokos, come dicevano i Padri Greci), Regina del cielo e della terra (come dice la Chiesa). Maria, mediatrice di tutte le grazie, a tal punto che “chi vuol grazia e a Te non ricorra, sua disianza vuol volar senz’ali” (Paradiso di Dante, III,…). Salve Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza, speranza nostra. A te ricorriamo noi, figli del peccato originale. A te sospiriamo in questa vita di lacrime. Rivolgi a noi la misericordia di cui sei stata colmata, regina degli angeli e dei santi. Mostraci nel nostro esilio Gesù, il frutto benedetto dell’amore del Padre. Attraverso il tuo grembo ci è giunta la salvezza. Mettici al mondo come figli di Dio. Crescici nella fede e custodiscici col tuo manto. Prega per noi peccatori, o dolce Vergine Maria.